Oggi conosceremo altri tipi di alimentazione, forse meno famosi rispetto a quelli visti nel precedente articolo. Ma non perdiamo altro tempo e partiamo subito alla scoperta di nuove interessanti avventure.

Ciao bambini! Eccoci di nuovo insieme per continuare il nostro viaggio nel variopinto mondo delle diete.

Questa volta parliamo di dieta secondo un’accezione più moderna, ovvero affrontiamo il tema della dieta intesa come una prescrizione alimentare ben definita in termini qualitativi e soprattutto quantitativi. Un’alimentazione che mira a correggere particolari condizioni cliniche a scopo terapeutico, preventivo o sperimentale.

In poche parole, quelle che solitamente chiamiamo diete dimagranti e che vengono seguite sempre sotto l’occhio clinico dello specialista!

Dieta Dash

Acronimo di Dietary Approaches to Stop Hypertension, è una versione alternativa e salutare della famosa Dieta Mediterranea, ideata per contrastare l’ipertensione.

Nello specifico, la dieta Dash privilegia frutta, verdura, carboidrati da cereali integrali, derivati del latte a basso contenuto di grassi, pesce, carne bianca, oli vegetali. Prevede poi una sostanziale diminuzione o eliminazione di carne rossa, grassi animali, zucchero e alcol.

Ovviamente alla base vi è una sostanziale riduzione del sodio, che si aggira intorno ai 2 grammi al giorno contro i 5 suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Dieta chetogenica

Letteralmente significa “dieta che produce corpi chetonici”, infatti in questo tipo di alimentazione i corpi chetonici raggiungono un livello superiore alla condizione normale.

È una dieta a basso contenuto di carboidrati, perché si basa sul principio di riduzione degli zuccheri, permettendo al corpo di bruciare le riserve di grasso.

Gli alimenti consigliati sono carne, pesce, uova, formaggi e ortaggi. Gli alimenti sconsigliati, invece, sono cereali, patate, legumi e frutta.  Come si può intuire questo programma alimentare è un sistema piuttosto delicato e da non sottovalutare. È pertanto impossibile uniformare questo metodo per l’intera popolazione ed è necessario ricordare che essa può essere seguita solo per un breve periodo e sotto la vigilanza di un esperto professionista.

Dieta a zona

Inventata dal biochimico americano Barry Sears, essa si basa su di uno schema ben preciso.
A ogni pasto, bisogna avere davanti un piatto composto da: 40% delle calorie derivate dai carboidrati, 30% dai grassi e il restante 30% dalle proteine.

È poi necessario prestare attenzione agli eventuali picchi glicemici, riducendo i carboidrati semplici in eccesso. L’unità di misura della dieta a zona riferita ai pasti è detta “blocco”, opportunamente suddiviso in carboidrati, protidi e lipidi (40-30-30 dell’energia). È un conto, questo, abbastanza complicato, da farsi assolutamente con l’aiuto di uno specialista di riferimento.

Dieta dissociata

Parente non troppo lontana della Dieta Mediterranea, la dieta dissociata prevede l’assunzione degli alimenti in maniera dissociata appunto: carboidrati a pranzo e proteine a cena, frutta e verdura devono essere presenti ad ogni pasto.

Dieta paleolitica

Essa si rifà ai nostri antenati e invita a mangiare cibi poco elaborati e cucinati con cotture semplici quindi bolliti o alla griglia.
Inoltre, la dieta paleolitica, consiglia il consumo di frutta e verdura possibilmente cruda, di bacche e di semi mentre impone una riduzione dei carboidrati così come cereali, latticini e zuccheri raffinati. Questo proprio perché si tratta di alimenti trattati di cui ovviamente l’uomo preistorico non poteva disporre!

Con quest’ultimo punto bambini abbiamo toccato diversi mondi appartenenti al vasto universo delle diete, e abbiamo raccolto tante informazioni che potrebbero tornarci utili in futuro.

Non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento alla prossima avventura!