Come aiutare bambine e bambini a scoprire (e amare) nuovi cibi
Cari genitori, vi siete mai chiesti perché a volte le vostre bambine e i vostri bambini rifiutano di assaggiare certi cibi, anche se colorati, profumati o preparati con cura? Non siete soli! Oggi parliamo proprio di questo, per aiutarvi a vivere il momento del pasto con più serenità e un pizzico di creatività.
Una diffidenza… preistorica!
Quando i bambini crescono, può succedere che diventino diffidenti verso alcuni alimenti o preparazioni. Non si tratta di capricci: questa reazione ha radici molto antiche. I nostri antenati evitavano cibi sconosciuti per difendersi da quelli potenzialmente pericolosi, come bacche o erbe tossiche. Questa “memoria” sembra sopravvivere anche nei bambini di oggi.
Fino a circa due anni, infatti, i piccoli sono disposti ad assaggiare di tutto, soprattutto se a offrire il cibo è una persona di fiducia. Poi, con l’autonomia, cresce anche un naturale scetticismo verso ciò che non conoscono. È come se, davanti a un cibo nuovo, scattasse un allarme: “Questo non lo riconosco, potrebbe essere pericoloso!”.
Cosa possiamo fare?
La buona notizia è che possiamo aiutare bambine e bambini a superare questa fase. Come? Il trucco è ampliare il loro panorama alimentare:
1. Libri e racconti
I libri possono essere alleati preziosi. Come ci suggerisce la nostra amica Federica, storie illustrate che parlano di cibi e ricette aiutano a rendere gli alimenti familiari… anche solo “per sentito dire”!
2. Mani in pasta!
La via più efficace però è l’esperienza diretta. Invitiamo i nostri figli a toccare, annusare e giocare con alimenti nuovi. Lavare le carote, tagliare i pomodorini con l’aiuto di un adulto, mescolare l’impasto… sono tutte attività che li avvicinano ai cibi in modo positivo e naturale.
💡 Un consiglio pratico: facciamogli vedere gli ortaggi interi! Riconoscere un cavolfiore è il primo passo per accettarlo nel piatto. Tritarlo o “nasconderlo” può funzionare solo dopo che l’hanno conosciuto.
Anche l’aggiunta di spezie o erbe sottoforma di “foglioline” può creare sospetto, perché rende il cibo visivamente “strano”. I bambini hanno bisogno di coerenza visiva: se qualcosa appare diverso da quello che conoscono,potrebbero tendere a rifiutarlo.
Niente ricatti a tavola
Un errore comune è usare il cibo come merce di scambio: “se mangi questo, poi puoi giocare”. Così facendo, il messaggio implicito è che il cibo sano sia qualcosa di sgradevole, che va “compensato” con una ricompensa. Meglio valorizzare l’esperienza del pasto per ciò che è: un momento di scoperta e relazione.
Una curiosità dal CREA
Un’indagine del CREA Alimenti e Nutrizione, condotta su 288 famiglie, ha mostrato che i bambini più restii ad assaggiare nuovi cibi spesso non seguono una dieta mediterranea. Questo dato conferma l’importanza di uno stile alimentare equilibrato, ricco di varietà e di prodotti freschi e stagionali.