Care bambine, cari bambini,
questa è una domanda che arriva spesso nella Cassetta di Uga… ed è davvero interessante! Gli spaghetti, infatti, sono tra i formati di pasta più amati, ma raramente li trovate nel menù della mensa scolastica. E adesso ci chiedete il perché!
Ve lo spieghiamo insieme io e la mia amica nutrizionista Bea: la mensa scolastica funziona in modo un po’ diverso rispetto alla cucina di casa. I pasti, infatti, non vengono cucinati direttamente nelle scuole, ma in grandi cucine chiamate centri pasti. Da lì, ogni giorno, vengono trasportati caldi fino alle mense delle scuole primarie di Firenze. È un sistema efficiente e sicuro, ma non tutti i cibi reagiscono allo stesso modo durante questo viaggio!
Gli spaghetti, in particolare, non sopportano bene il trasporto: dopo la cottura, assorbono facilmente l’umidità e, restando troppo tempo in attesa, diventano collosi, molli e perdono tutta la loro bontà. La loro forma lunga e sottile fa sì che si attacchino tra loro, specialmente se sono già conditi. Questo significa che quando arrivano in tavola, non sono più buoni come appena cucinati, e non avrebbero lo stesso gusto e la stessa qualità che vogliamo garantire ogni giorno ai vostri pranzi.
Ecco perché in mensa si preferisce servire pasta corta, come penne, sedanini o farfalle, che mantengono meglio la loro consistenza anche dopo il trasporto e restano buone più a lungo!
Grazie per la vostra domanda così curiosa e intelligente!
A presto,
Uga (e Bea!)